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8 Marzo – Dedicato alla donna

Festa? Giornata!

Oggi 8 Marzo 2020 ricorre la Giornata Internazionale della Donna, meglio conosciuta come Festa della donna. Ma qual è il reale significato di tale data? Innanzitutto è bene precisare che considerarla una festa non è totalmente appropriato, in quanto si vuole dare un’idea più profonda di riflessione nei confronti della figura femminile nel passato.

Un significato che ha il sapore di conquista sociale nei confronti della battaglie economiche e politiche portate avanti dal femminismo. E non solo: è sempre più facile venire a conoscenza di casi di violenza fisica e intellettuale nei confronti della donna. Ogni giorno. Questa ricorrenza vuole ricordarci che tale battaglia non è ancora finita.

Storia della Giornata – tra bufale e realtà

È il 1907 quando a New York 140 operaie di una fabbrica tessile decidono di scioperare contro le condizioni inadeguate di lavoro. Perché il tutto non venga diffuso all’esterno, i dirigenti decidono di barricare e rinchiudere le scioperanti all’interno dello stabile. Qualcosa va storto. La fabbrica prende fuoco a causa di un cortocircuito e le povere donne perderanno la vita. Questa è solo una delle storie che vorticano attorno alla Giornata. Vicende travisate che nulla hanno da spartire con tale data.

L’avvenimento in questione potrebbe trarre spunto dal rogo del 25 Marzo 1911, dove 146 operai (uomini e donne) persero la vita proprio in una fabbrica di New York che fortunatamente, passateci il termine, nulla ha a che vedere con una reclusione forzata da parte dei superiori.

La vera storia legata alla Giornata Internazionale della donna ha le sue radici nel 1907 a Stoccarda. Si sta svolgendo il VII Congresso della Seconda Internazionale socialista. In tale sede si parlerà della questione femminile e del voto alle donne. L’intento era di lottare energicamente per l’introduzione del suffragio universale delle donne, senza allearsi con le “femministe borghesi” che reclamavano il diritto di suffragio, ma con i partiti socialisti che lottano per il suffragio delle donne.

Non tutti furono concordi con la decisione di escludere ogni alleanza con tali femministe: negli Stati Uniti, la socialista Corinne Brown scrisse che il Congresso non avrebbe avuto «alcun diritto di dettare alle donne socialiste come e con chi lavorare per la propria liberazione». il 3 maggio 1908 si tenne a Chicago una conferenza, presieduta proprio da Corinne, a cui tutte le donne furono invitate. Fu chiamata «Woman’s Day», il giorno della donna.

La Data

Nel corso del tempo ogni Nazione omaggiava la donna in tempi differenti. Chi a fine Marzo, chi a Novembre, chi tra Febbraio e i primi di Marzo. Con l’inizio del primo conflitto mondiale però ogni festeggiamento subì una sospesione fino all’8 Marzo 1917 quando a San Pietroburgo, le donne della capitale Russa scesero in piazza per rivendicare la fine della guerra. La mancata azione dei cosacchi mandati a sedare la protesta incoraggerà successive manifestazioni che porteranno così alla fine dello zarismo.

Fu così che il III Congresso dell’Internazionale comunista fissò in tale data la “Giornata internazionale dell’operaia” in memoria dell’avvenimento del 1917. Solo nel 1977, l’ONU riconobbe l’importanza di tale data, già festeggiata in molte nazioni, a sostegno di tutte le donne proclamando ufficialmente la “Giornata Internazionale della donna”.

Il forte imprinting politico dietro alla nascita di tale ricorrenza è il vero fulcro della proliferazione delle svariate fake news maturate nel tempo a copertura del reale avvenimento storico.

La mimosa

Tale pianta dal colore giallo sgargiante è diventata il simbolo italiano di questa giornata. Il suo significato non è mai stato chiaro fino in fondo. A noi personalmente piace pensare che il regalarlo alla donne che ci circondano sia un gesto di riconoscimento del loro ruolo all’interno della nostra società. Un fiore che fiorisce proprio nel mese di Marzo. Un fiore tanto comune, quanto meraviglioso che con il suo colore sa dipingere il mondo, che porta il suo profumo in ogni angolo. Comune, ma non banale.

– Fabio Bartola –

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