Acinover si definisce un’art-singer più che una cantautrice o cantante. Nata all’ombra dell’Etna, vive a Milano, città in cui continua a sognare il mare e i fichi d’India. Accanto alla scrittura e alla musica si dedica a vari progetti come musicoterapeuta. Nel 2024 ha portato in scena “Opuntia Arboreus”, un progetto che fonde musica e narrazione sonora, invitando il pubblico a esplorare l’essenza dell’anima attraverso un viaggio immaginifico. Acinorev (Veronica Muzzio, il nome d’arte Acinorev sarebbe Veronica letto al contrario) ha pubblicato diversi singoli, “Libera”, “Carpe diem”, La prima mossa”, “Cutilisci e fichi d’India”. Il brano più nuovo, “20242064”, contiene un featuring con l’intelligenza artificiale. Lo spunto per questa chiacchierata è stato proprio questo brano.
Acinorev: l’intervista
Partiamo dal titolo, “20202064”: sono anni?
Sì, ho pensato all’oggi e mi sono immaginata il 2064. Secondo me se l’essere umano non inizia ad avere una giusta conoscenza della tecnologia e rimane ignorante dal punto di vista tecnologico e informatico, andrà a finire che la tecnologia invaderà completamente la vita. Non riusciremo più a distinguere quello che è tangibile da quello che è astratto. Penso poi anche ad altro, per esempio ai bambini di oggi che passano il loro tempo sui telefoni e se proponi di andare al parco preferiscono spessissimo il cellulare. Cioè non scelgono più la realtà e la presenza fisica degli altri. Ma lo dico in generale, per tutti: dovremmo darci degli obiettivi per cui a un certo punto distaccarci dalla tecnologia. È importantissima se ci fa vivere meglio, penso alle applicazioni che ha in campo medico, ma non va bene se ne siamo dipendenti. L’intelligenza artificiale è importante, non sono contro il suo utilizzo ma dobbiamo imparare ad usarla in maniera “umanamente intelligente”: non deve prendere il sopravvento nelle nostre vite. La canzone tratta di questo.

Questo brano è diverso dagli altri che tu hai fatto in precedenza, ti riconosci in uno stile o preferisci non farti etichettare?
Mi piace avere un po’ questa follia musicale per cui mischio vari generi. Non mi piace l’identificazione in qualcosa che mi categorizzi. Nel mio caso l’etichetta sarebbe pop ma un domani, chissà, vedremo altre evoluzioni.
Prima hai parlato di bambini, e sei anche musicoterapeuta. Hai da poco ideato i Salotti Narrativo Sonori, ce li presenti?
Queste attività, che svolgo con la collaborazione di diverse realtà a Milano, toccano la mia formazione. Studiando musicoterapia ho approfondito la narrazione sonora, poi ho pensato al mondo dei bambini. La mia idea è quella di far crescere un canale su Youtube parallelo a quello di Acinorev in cui creare dei contenuti narrativi di intrattenimento per bambini, in cui siano presenti la voce e la narrazione. Mi sono ispirata alle Fiabe Sonore degli anni ’90 di Fabbri Editore. Ho pensato a un jingle musicale di riconoscimento, qualcosa di riconoscibile a cui un bambino si possa affezionare. La questione dell’attenzione, che perdiamo in pochissimi secondi, riguarda tutti e non solo i bambini: anche questo è un segno dei tempi.
Ma tu l’attenzione dei bambini con i tuoi Salotti Narrativo Sonori la catturerai senz’altro al debutto di questa tua iniziativa, il 29 marzo alle 11 presso la libreria Mamì (Via Calzecchi 2, Milano).
Sì, ci sarà la lettura di una fiaba e i bambini saranno avvolti dalla musica. Successivamente creeranno strumenti musicali realizzati con materiali di recupero.

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