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Quali sono i rischi dell’introduzione del passaporto vaccinale?

La Commissione europea ha presentato una proposta legislativa per un passaporto vaccinale: analizziamo i pro e i contro di questa proposta.

Cos’è il Digital Green Pass?

Il 17 marzo 2021, la Commissione europea ha presentato una proposta legislativa per un passaporto vaccinale digitale denominato “Digital Green Pass“. Il certificato europeo previsto fornirebbe almeno una di queste informazioni:

  • la prova che una persona è stata vaccinata contro il COVID-19
  • i risultati di test recenti per coloro che non sono ancora stati vaccinati
  • informazioni sulla guarigione da COVID-19

Secondo l’annuncio del presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen su Twitter, il Digital Green Pass rispetterà la protezione dei dati, la sicurezza e la privacy.

L’obiettivo della proposta legislativa della Commissione è quello di garantire il funzionamento del mercato unico, consentendo gradualmente ai cittadini europei di muoversi in modo sicuro all’interno e all’esterno dell’UE. I singoli stati membri potranno poi decidere degli eventuali ulteriori usi dei certificati digitali.

Con la proposta della Commissione è nata una discussione per valutare i pro e i contro di questa decisione. Nel caso specifico della campagna vaccinale italiana, la proposta dei passaporti vaccinali potrebbe suonare quanto meno prematura. Nonostante ciò, il dibattito è molto acceso nei Paesi che sono riusciti a vaccinare già un buon numero di cittadini.

Perché optare per un passaporto vaccinale?

Secondo l’UE, un passaporto vaccinale permetterebbe ai 450 milioni di residenti in Europa di viaggiare liberamente già entro la prossima estate. È importante ricordare che i viaggi aerei internazionali hanno affrontato una profonda depressione durante la pandemia. Quest’ultima ha portato un certo numero di compagnie aeree importanti a chiudere le operazioni o a presentare istanza di fallimento. La pandemia ha infatti portato alla chiusura delle frontiere dei paesi, vietando i viaggi per frenare la diffusione del virus. Le compagnie aeree, gli albergatori così come i viaggiatori sperano quindi che un passaporto vaccinale dia ai governi l’opportunità di allentare le restrizioni e permettere più viaggi.

Svelando la proposta del passaporto, Ursula von der Leyen ha insistito sul fatto che, dopo un inizio definito “difficile”, si può raggiungere l’obiettivo di avere il 70% degli adulti completamente vaccinati entro la fine dell’estate. Ha poi aggiunto che il passaporto vaccinale fornirà un percorso comune per una riapertura graduale, sicura e duratura in tutto il continente.

Inoltre, in una ricerca medica non ancora pubblicata, un gruppo di psicologi britannici membri dello Scientific Pandemic Insights Group on Behaviours, ha analizzato una serie di comportamenti umani in questo particolare periodo. Secondo gli esperti, permettere alle persone di tornare a incontrarsi, spostarsi e lavorare in presenza, ma anche frequentare luoghi pubblici e accudire i propri cari può sicuramente portare benefici sociali, emotivi ed economici. Inoltre, mantenere eccessive restrizioni sui comportamenti di quelle persone che pongono un rischio ridotto per la salute pubblica, potrebbe essere considerato poco etico. Un’ultima considerazione importante da fare è quella che i passaporti vaccinali potrebbero spingere chi ancora è riluttante a farsi vaccinare.

Quali sono i rischi dell’introduzione del passaporto vaccinale?

Nonostante ci siano state numerose rassicurazioni da parte della comunità medica, non c’è ancora la certezza assoluta che questo virus garantisca l’immunità sul lungo periodo. Non si può infatti escludere completamente la possibilità che i viaggiatori vaccinati possano ancora diffondere il virus. È sicuramente vero che le persone vaccinate abbiano molte meno probabilità di trasmettere il virus rispetto alle altre.

L’UE dovrebbe quindi giustamente aiutare i governi a ridare a tutti i cittadini le loro libertà. Il modo migliore per farlo è quello di distribuire il vaccino nel modo più equo e veloce possibile. Quando la stragrande maggioranza delle persone nell’UE non è stata nemmeno vaccinata, diventa complicato versare delle risorse nel difficile compito di costruire un passaporto che funzioni in tutti i paesi dell’Unione, mantenendo contemporaneamente i dati sanitari delle persone al sicuro. I governi e l’UE dovrebbero invece concentrarsi sul persuadere quante più persone possibile a fare il vaccino e accelerarne la distribuzione.

Passaporto per pochi privilegiati?

Oltre ad essere una distrazione dal già difficile compito della vaccinazione, il passaporto potrebbe finire per creare una società a due livelli. La vaccinazione non può essere l’unico modo per sbloccare ogni sorta di libertà quando ci sono persone che non possono vaccinarsi per ragioni mediche. Alcuni esempi sono le donne incinte o le persone con determinate precondizioni.

È importante quindi che il passaporto vaccinale continui a contenere informazioni non solo sullo stato di vaccinazione, ma anche sui risultati dei test attuali o sulla storia COVID-19 dell’individuo. Così facendo, si evita l’esclusione di questi gruppi a rischio nella società. Tuttavia, senza garantire un accesso facile ed economico ai test, coloro che non sono vaccinati continueranno ad affrontare indebite barriere per viaggiare. Le autorità nazionali e internazionali dovrebbero quindi continuare ad accettare la prova di un test negativo recente come alternativa. Questo test deve inoltre essere veloce, economico e facile da ottenere.

I più scettici credono inoltre che il passaporto vaccinale possa favorire principalmente le persone nei paesi più ricchi e le persone relativamente ricche all’interno di ogni paese, poiché esse potrebbero avere più probabilità di essere vaccinate rapidamente. “Saranno i ricchi, i privilegiati, che potranno volare in giro, e le altre persone non avranno accesso a questo”, afferma Lisa Eckenwiler, professoressa di etica sanitaria alla George Mason University.

È quindi giusto introdurre il passaporto vaccinale?

L’accesso universale ed equo a un vaccino sicuro ed efficace contro il COVID-19 è fondamentale per proteggere la salute delle persone e salvare vite, aiutare gli operatori sanitari e salvaguardare il sistema sanitario pubblico, garantendo il ritorno a scuola dei bambini e permettendo alle economie di ricostruirsi e alle famiglie di arrivare a fine mese.

Le campagne di vaccinazione e le regole e certificazioni sui vaccini sono di esclusiva competenza e responsabilità dei governi nazionali e non possono essere imposte dall’UE. Nessuno stato membro ha scelto di rendere obbligatoria la vaccinazione e sembra molto improbabile che qualcuno di loro cercherà di farlo nei prossimi mesi. Mentre le certificazioni di vaccinazione sono di competenza degli Stati membri, l’Unione europea ha un chiaro interesse a sviluppare un approccio coordinato.

Agli occhi del pubblico e di diversi governi europei, il Digital Green Pass offre quindi un ottimo modo per tornare alla normalità e per rivitalizzare le economie devastate dalle restrizioni indotte dal COVID-19. Bisogna però essere consapevoli dei rischi e dei pericoli che tali pass digitali possono portare. Non si deve fare alcuna proposta legislativa prima di assicurarsi che le preoccupazioni etiche e scientifiche siano state affrontate con correttezza e attenzione.

Ipotesi ancora da dimostrare

La Commissione europea sta infatti preparando una nuova legislazione basata solo su ipotesi. Primo, che la vaccinazione sarà sufficientemente rapida ed efficace nel ridurre la trasmissione. Tuttavia, le previsioni ci dicono che tutti i cittadini dell’UE avranno accesso alla vaccinazione non prima dell’ultimo trimestre dell’anno solare. Secondo, che il rischio di trasmissione da coloro che sono già guariti dal COVID-19 sia sufficientemente basso. Queste ipotesi, tuttavia, non sono ancora dimostrate.

È fondamentale quindi che, fino a quando l’accesso alla vaccinazione non sarà generalizzato, i governi che concedono la libera circolazione ai possessori di un certificato di vaccinazione forniscano anche ampie ed economiche opportunità per ottenere rapidamente i risultati del test per coloro che non sono vaccinati (o che non si possono vaccinare), continuando a trattare un risultato negativo recente del test come equivalente alla prova della vaccinazione.

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