FASE è tornato con un nuovo singolo. Si intitola “Fiamme”, e verrà presentato live venerdì 28 marzo a Milano.
FASE, dopo “Veleno”, è tornato con un nuovo brano che esplora ancora una volta l’essere umano e le sue profondità. La nuova canzone si intitola “Fiamme”, ed è esplosiva come il titolo sembra proprio evocare. Pubblicata da una manciata di giorni, verrà presentata dal vivo durante uno showcase venerdì 28 marzo presso Wao Isola a Milano (via Porro Lambertenghi 7), alle 19.30. Prima di ascoltarla (è già disponibile su Sporify, ma volete mettere dal vivo?), però, abbiamo fatto qualche domanda a FASE.
FASE: l’intervista
Per riprendere il tuo nome d’arte, in quale fase della tua carriera sei in questo momento?
Sono nella fase di mezzo. Sono diventato grande e mi sto lasciando alle spalle la fase un po’ più istintiva, per quanto riguarda la scrittura. È cambiato il senso di responsabilità che sento quando scrivo, verso me stesso in primis e poi verso chi ascolta. Oggi cerco di seminare e raccogliere frutti migliori.
L’istintività nella scrittura però non cambia.
L’istintività dell’ispirazione non può cambiare, non puoi scrivere musica se non ne senti l’istinto. Se non ci fosse stata questa scintilla di puro istinto non ci sarebbero stati tanti grandi cantautori, è la scintilla necessaria che alimenta questa fiamma – e dico fiamma non a caso.
Recentemente Bugo ha detto che la sua cellula creativa si è spenta, e che quindi si ritira. Ha annunciato un ultimo concerto per il 1° di aprile, poi stop, basta musica. Quindi la scintilla dell’istinto che fa scrivere canzoni si può spegnere?
Secondo me no, mai. La musica può diventare la cosa che odi di più a questo mondo, ma come le cose che odi sono quelle che ami di più. La musica, per chi la fa, è l’innamoramento più forte: la allontani ma poi ti manca. I primi critici d elle canzoni che scriviamo siamo noi stessi autori, però se non scrivi stai male. Quando fai musica hai la sensazione di un bambino che viene portato al parco a giocare, per questo se penso a Bugo mi chiedo come farà, dopo questo concerto.
La musica la odi, a tratti: perché?
Chi scrive canzoni sa che la musica, concetto assolutamente puro, si scontra con l’industria musicale e con quello che richiede il mercato attuale. Tu fai qualcosa che ha una sua purezza e poi ti devi confrontare con le delusioni che può generare il contesto. Mi allaccio al discorso delle dipendenze, tema di cui parla “Fiamme”: la musica è una dipendenza, per chi la fa. Dai tutto e a volte capita di sentirti svuotato, ti manca quella cosa che ti rende felice.
“Fiamme”, come hai detto, tratta il tema della dipendenza. In cosa si differenzia dal tuo singolo precedente, “Veleno”?
“Veleno” parlava di rapporti tossici che possiamo avere con le altre persone, ma anche con noi stessi. “Fiamme” è l’evoluzione di questo discorso, parla delle dipendenze, che sono varie e differenti: dipendiamo da cose, da necessità che ci creiamo, dipendiamo anche dai sentimenti che cerchiamo di alimentare perché ne abbiamo bisogno. Hai qualcosa e non ti basta mai. Nella canzone tutto si risolve nel ritornello: ti siedi in un giardino, libero, guardi il cielo e respiri. Prendi un’ora di sole, un bagno di rose, le piccole cose che ci fanno stare bene, ci rimettono in equilibrio e ci fanno apprezzare quelle più grandi, senza diventarne dipendenti.
Venerdì ci vediamo da Wao Isola per ascoltare dal vivo “Fiamme”. Ci vediamo là!
Canterò 4 brani che sono il riassunto del mio percorso solista. Ci vediamo là, lo showcase è aperto a tutti.
Verrai poi a suonarci “Fiamme” qui da noi in radio, ti aspettiamo,
Mi invitate e io arrivo subito.