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Giornata mondiale della tubercolosi: l’importanza della prevenzione

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In un periodo così delicato per il nostro paese, cerchiamo di capire perchè la Giornata mondiale della tubercolosi è così importante.

Il 24 Marzo 2020 si celebra la Giornata mondiale della tubercolosi. Ovviamente, non potrebbe capitare in un momento più sbagliato e drammatico, ma allo stesso tempo così affine.
Nel fronteggiare il pericolo di questi giorni, non possiamo dimenticarci di tutte quelle malattie altrettanto pericolose che continuano ad esistere sul nostro pianeta.
Oggi più che mai è bene conoscere la tubercolosi per non compiere l’errore di farla tornare così presente come lo era 100, ma anche solo 20 anni fa. Nel 1997 era infatti ancora catalogata tra le prime 10 malattie più gravi al mondo.
In fondo alla pagina troverete alcuni link di approfondimento. Qui non vogliamo spiegarvi precisamente di cosa si tratta. Oggi, in occasione di questa ricorrenza, vogliamo fare uno sguardo indietro alla storia di questa malattia.

Giornata mondiale della tubercolosi
La Miseria di Cristóbal Rojas (1886)

Non possiamo dire che tale agente batterico si sia formato con il tempo in quanto era già presente fin dall’età della Pietra. Non si tratta di un’esagerazione. Già a quel tempo i nostri avi dovettero combattere nell’incoscienza della sua presenza, anche se in una forma primitiva e sicuramente meno feroce di quella poi scoperta alla fine del IX secolo d.C. Perfino in alcune mummie egizie ritroviamo le classiche formazioni tipiche della TBC a livello polmonare, come ad esempio quella della famosa regina Nefertiti. Fu Ippocrate, nel 460 a.C. a dare effettivamente un nome alla patologia: “Phtisis” o Tisi: fu dichiarata una delle principali cause di decessi dell’epoca.
Ci fu chi come Aristotele comprese la contagiosità di questo morbo, mentre altri suoi contemporanei rimasero convinti che fosse puramente ereditaria.

Il tocco reale dei Re Taumaturghi

Ad esclusione della cultura Greca che gettò le basi della terapia medica riguardo la cura di tale patologia, molte parti del mondo rimasero legate ad un concetto di sanità divina. Alcuni scritti del medioevo riportarono la descrizione della TBC come la presenza di un demone dalle sembianze di cane che abbaiava alle sue vittime tramite i colpi di tosse del mal capitato. Inutile sottolineare che si trattasse di credenze risalenti al periodo dell’Inquisizione.

Giornata mondiale della tubercolosi
Enrico IV di Francia mentre tocca numerosi individui ammalati durante la cerimonia del “tocco reale”. La descrizione originale recita: Des mirabili strumas sanandi vi solis Galliae regibus christianissimis divinitus concessa liber unus.

In quel periodo non si fecero particolari passi avanti considerando il fatto che la cura più celebre e diffusa riguardo a tale patologia fosse “Le Roi Touche”, “The Royal Touch”. Il tocco reale era la pratica più diffusa in Francia e in Inghilterra fino al VIII secolo d.C., dove il Re veniva considerato una vera e propria divinità e di conseguenza in grado di guarire i sudditi con la sola imposizione della mani. Questo era il periodo d’oro dei Re Taumaturghi. Ancora oggi la regina d’Inghilterra è considerata tale per diritto divino.

Giornata mondiale della tubercolosi
Colture in vitro del Mycobacterium tuberculosis, chiamato anche bacillo di Koch.

24 Marzo 1882, Prussia.

È questo l’anno in cui il dottor Robert Koch scopre, grazie ad una nuova colorazione microbiologica, il bacillo considerato il responsabile della patologia che da ora in poi porterà il suo nome: il Bacillo di Koch. Ecco spiegata la scelta di tale data come Giornata mondiale della tubercolosi.
Bisognerà aspettare fino al 1890 perché lo stesso Koch riesca ad isolare un proteina purificata derivante del batterio: la Tubercolina. Essa purtroppo non sarà utile alla vaccinazione (pratica già esistente all’epoca e perfezionata da Pasteur, grande rivale di Koch), ma alla prima diagnosi della malattia tramite un test intradermico conosciuto come Test di Mantoux (dal nome di Charles Mantoux, medico che definì il famoso skin test nel 1908).

Vaccini e trattamenti terapeutici ad oggi esistono, ma la pratica migliore perché la patologia venga sconfitta rimane sempre la prevenzione e la consapevolezza. Dal 1997 ad oggi i numeri di nuovi contagi (10 casi / 100.000 abitanti in Italia – 2017) sono scesi vertiginosamente grazie alle varie campagne dell’WHO (Organizzazione Mondiale della Sanità) e alle misure sanitarie scoperte e applicate. Purtroppo i tempi perché tale patologia venga definitivamente sconfitta si aggirano attorno al 2030. Coraggio, ci siamo quasi!

Per conoscerla meglio di seguito alcuni link utili:


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